Arte, cultura e tradizioni

I Musei delle donne di Muravera

 

 

L'entroterra della Costa Rei è ricco di testimonianze dell'antico artigianato sardo. A Muravera, ad esempio, è possibile fare un interessante viaggio nel tempo alla scoperta di due donne imprenditrici ante litteram, la nobildonna e bachicoltrice del '700 Donna Francesca Sanna Sulis e la candelaia Zia Savina.

 

Il museo di Donna Francesca Il sistema museale Mif - Musei dell'imprenditoria femminile comprende due sezioni, dedicate alle due artigiane. Il Museo Donna Sulis (in via Marconi 99) è stato ricavato nell'ex caserma dei carabinieri e oltre ad ospitare mostre temporanee, incontri e concerti è innanzitutto un omaggio all'imprenditrice settecentesca. A lei si devono l'introduzione dell’allevamento dei bachi da seta con i gelsi di Muravera, in forma estensiva, e l'organizzazione di corsi di filatura e tessitura al telaio per le donne del paese. Un'intraprendenza senza pari per una regione arcaica come la Sardegna di tre secoli fa, che la portò ad avviare una e produzione di seta di alta qualità venduta ai commercianti piemontesi e lombardi. Donna Francesca Sanna Sulis è anche l'inventrice di su cambusciu, una cuffietta femminile ornata di broccato in voga fra le ragazze benestanti del tempo, complemento indispensabile di alcuni costumi tradizionali del Campidano.

 

La casa dei candelai In via Speranza si trova la Domu de is candelajus, ovvero la casa dei candelai, museo-laboratorio etnografico ospitato nell'abitazione di Zia Savina, celebre in paese per la fabbricazione artigianale delle candele. Il percorso espositivo è articolato in vari laboratori artigiani legati all'arte tessile e sartoriale, dalla tessitura alla tintura, dal ricamo all'intreccio di cestini e alla realizzazione di candele, con gli antichi strumenti artigianali e gli stampi per gli ex voto.

 

Un'abitazione del '700 La visita al museo può essere anche l'occasione per vedere da vicino una una casa a corte risalente alla fine del ‘700, raccolta intorno alla sala, luogo di ingresso, dell’accoglienza e dell’ospitalità. Sa sala rappresentava il punto di accesso al resto dell'abitazione, alla cucina e a sa prazza, dove le donne del vicinato si riunivano per sbrigare lavori domestici, preparare i cibi o gli orditi per i telai. Le case di questo tipo erano costruite con materiali semplici ma d'effetto. Il pavimento era realizzato in ciottolato a disegni geometrici e floreali, mentre le pareti venivano fatte con su ladiri, mattoni in terra cruda ottenuti facendo essiccare un impasto di acqua, argilla e paglia, e il tetto è composto da solida struttura in canne ricoperta da tegole.

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