Muravera, la Stonehenge della Costa Rei

Se l'Inghilterra ha Stonehenge, la Sardegna non è da meno, con i suoi menhir eretti tremila anni fa in varie parti dell'isola. Oltre un centinaio di loro si trovano lungo la Costa Rei, nei dintorni di Muravera.

Calendari o simboli fallici? Tradizione vuole che i menhir siano stati piantati nel terreno dalle popolazioni neolitiche come simboli delle divinità maschili e auspicio di fertilità. Forse utilizzati, in parallelo alla Stonehenge britannica, come dei calendari di pietra, per scandire il trascorrere delle stagioni. Qualunque sia stata davvero la loro funzione vale la pena andare a scoprirli, e visitare i siti archeologici che in genere ci sono nelle loro vicinanze, fra nuraghe e resti di antichi villaggi.

Il villaggio di Is Scalas

Dalla primavera del 2015, grazie a un paziente lavoro di pulizia e potatura della macchia mediterranea, è nuovamente accessibile al pubblico il sito di Pranu Is Scalas, dove ci sono ben 43 menhir (di cui due antropomorfi) e il nuraghe omonimo, posto su un'altura da cui è possibile vedere il paese di Muravera. Nelle sue vicinanze, gli archeologi hanno ritrovato strumenti in ossidiana e frammenti di ceramiche attribuibili alla cultura di Ozieri, databili intorno al 3000 a.C.. Per raggiungerlo basta prendere la strada provinciale 125 orientale sarda da Muravera e quindi svoltare in direzione Costa Rei all'altezza di Olia Speciosa.

Il complesso di Cuili Piras

Sono ben 53 i menhir presenti in località Cuili Piras, giusto a due chiolometri da Is Scalas. I monoliti, concentrati in gruppi di tre o cinque elementi, si trovano ancora nella posizione originaria, a differenza di quelli della Stonehenge inglese, che hanno ricevuto la loro sistemazione attuale nei primi del Novecento. Proseguendo verso il mare della Costa Rei, a 200 metri dalla spiaggia di Piscina Rei si trovano altri 22 menhir e un'area sacra utilizzata dalle civiltà prenuragiche e nuragiche, con tanto di altare sacrificale.